GMG = evento di grazia che aiuta a sognare, a guardare oltre.
LA TESTIMONIANZA DI ALCUNI GIOVANI DELL’AMORE MISERICORDIOSO

“Credo la Chiesa: una, santa, cattolica, apostolica”.

Quante volte abbiamo recitato queste parole professando la nostra fede! Eppure, al di là della spiegazione ricevuta durante il catechismo, mai era stato chiaro il suo significato. È proprio vero, finché non fai esperienza di Cristo non ne capisci la bellezza.

Lisbona 2023, GMG, la prima esperienza per alcuni di noi. Abbiamo accettato la proposta all’inizio perché convinti dall’entusiasmo dei nostri amici più grandi. Era solo la curiosità di vedere tanti giovani, di capire le dinamiche di un evento cosi grande. Al nostro arrivo a Lisbona da subito ci ha colpito l’aria di festa per le strade, l’accoglienza calorosa delle persone, gli inni che si componevano tra i gruppi di giovani pellegrini come noi, bandiere di ogni nazionalità, colori, musiche, sorrisi …
Il momento più intenso che abbiamo vissuto è stato sabato quando abbiamo iniziato il nostro
spostamento dal centro della città verso il Campo di Grazia, luogo in cui si sarebbe svolta la veglia e la Messa di chiusura della settimana di GMG (“evento di grazia che risveglia, allarga l’orizzonte, rafforza le aspirazioni del cuore, aiuta a sognare, a guardare oltre”. cit. papa Francesco).

Lo scenario era incredibile, una marea e ancor di più di giovani che si dirigevano tutti verso un punto comune, un’immensa folla di persone riunite dalla stessa fede. Ecco la Chiesa, UNA. La stessa Chiesa riunita nel nome di un unico Dio. Presenti anche persone che non professano alcun credo ma spinti da un desiderio di qualcosa che possa dare un senso alla loro vita. La fraternità era una parola che si concretizzava, nessuna barriera né linguistica né culturale. Presenti diversi carismi, che hanno fatto riaffiorare nelle nostre menti le parole di S. Paolo, insomma ci siamo sentiti un po’ come i discepoli di Emmaus quando all’improvviso si sono aperti loro gli occhi. Una sensazione stupenda, mista tra gioia, inquietudine e stupore. E poi dopo una giornata di fatica intensa di cammino e permanenza sotto il sole, arriva lui, papa Francesco.

Figura emblematica forte, figura umana, fragile come possono essere un po’ tutti gli anziani, come i nostri nonni, segnati dagli acciacchi dell’età. Ha avuto per noi giovani parole significative, semplici ma incisive. Ci hanno arricchite di speranza, di dignità che spesso gli adulti ci tolgono generalizzando e giudicando senza conoscerci, senza sapere se siamo in difficoltà. La frase più bella che rimbomba ancora nelle nostre teste è stata “l’unico momento in cui è lecito guardare qualcuno dall’alto verso il basso è quando bisogna aiutarlo a rialzarsi”. E ancora: “E’ possibile stancarsi, smettere di camminare e cadere, quello che conta però, non è non cadere, ma non rimanere a terra!”. I tre verbi che il papa ha affidato a noi giovani: “brillare, ascoltare e non temere”.

Infine, il momento di adorazione: più di un milione di persone in assoluto silenzio, un silenzio quasi surreale, rotto solo dal rumore degli aerei di sorveglianza che sorvolavano il campo.

Il nostro pellegrinaggio è continuato nei giorni seguenti, verso Fatima e infine abbiamo percorso una tappa a piedi del cammino di Santiago de Compostela. Compagno di viaggio è stato per noi Padre Claudio, Figlio dell’Amore Misericordioso, che ci ha guidati nella parte spirituale di tutto il cammino.
Non sono mancate fatica e stanchezza, ovviamente, ma grazie anche al sostegno di chi
camminava con noi, ci siamo sempre fatti forza a vicenda e incoraggiati l’un l’altro.
Nel ritorno verso casa, inconsapevolmente, è stato pensiero comune, la speranza di tenere vivo l’entusiasmo e la gioia di questa esperienza e poterla esprimere agli altri amici che sono rimasti a casa e alle persone che incontriamo nel quotidiano.

Anna, Daniele, Edoardo, Mattia, Chiara, Aurora, Iren
Gruppo “Giovani Amore Misericordioso” di Francenigo (TV)