Si è svolto, dal 10 al 12 febbraio, il consueto appuntamento promosso dalla Pastorale giovanile-vocazionale della Famiglia dell’Amore Misericordioso: Sui passi di Madre Speranza. È stata un’esperienza che ha coinvolto circa una quarantina di giovani provenienti da varie parti d’Italia coi loro animatori. “Amore e libertà” è stato il tema di questi giorni, nella vita di Madre Speranza e nella vita di ciascun giovane (e non).

Dalla centralità della figura di Madre Speranza e di come lei, nostra testimone, ha vissuto un atteggiamento di amore libero e liberante nella sua vita, si è sviscerata la Veglia organizzata dai Giovani dell’Amore Misericordioso, dalla quale estrapoliamo e condividiamo alcuni piste di riflessione esposta da p. Sante Pessot FAM, responsabile della pastorale giovanile-vocazionale insieme a sr. Lidia Gabor EAM.

Madre Speranza è stata una donna che ha fatto un’esperienza forte dell’amore di Dio e per questo è stata una donna libera, fino in fondo. Profondamente libera. Noi però abbiamo paura di amare: amo però fino ad un certo punto; amo solo se è ragionevole farlo, solo se l’altro se lo merita altrimenti non lo amo più. Restiamo rinchiusi dentro questa solitudine che ci impedisce di andare verso gli altri, non riusciamo ad amare gli altri. O meglio, lo facciamo ma fino a un certo punto. Si può amare, ma alla fine devo pure sopravvivere. Il nostro amore è sempre mediocre. Ci si sposa, ma ci si ama fino ad un certo punto, finché conviene, finché l’altro mi ama; si decide di spendere la vita per il Signore ma fino a un certo punto, fino a quando le cose vanno come dico io; si vive un’amicizia ma fino a un certo punto: fin quando anche l’altro mi vuole bene e quando l’altro non me ne vuole più l’amicizia finisce.

Il Signore Gesù che ha sperimentato Madre Speranza – il buon Gesù come diceva lei –, deve darci una vita nuova, un cuore nuovo. La prima lettura (1Gv 4,7-10.18-19) che abbiamo ascoltato diceva “chi ama è stato generato da Dio”. Dio ci ha dato una vita nuova perché Lui ci ama al di là del nostro peccato. Nella stanza delle cose di cui noi ci vergogniamo di più, dove ci vergogniamo di guardare, nei nostri errori, … il Signore ci ama proprio lì. Questo ci direbbe Madre Speranza. Ti ama per quello che sei veramente, non per quello che fai vedere agli altri, perché Dio è un Padre ricco di misericordia. La parola misericordia viene dall’ebraico che significa “viscere di misericordia”, “utero di misericordia”. Ha a che fare con un utero materno che genera vita e la misericordia di Dio è così, ti dà una vita nuova, un amore nuovo. Noi facciamo sempre molto fatica, cari ragazzi, a credere che il Signore ci ami fino in fondo nella nostra miseria. Preferiamo pensare che in fondo siamo abbastanza bravi per meritarci l’amore di Dio, che in fondo siamo bravi ragazzi, che in fondo in fondo le cose le facciamo bene. Facciamo sempre molta fatica ad andare lì dove facciamo difficoltà a guardare e dire che il Signore ci ama proprio lì, in quel luogo della nostra vita che nascondiamo continuamente. Solo Cristo abita le nostre solitudini per farci vedere il suo amore. Ci sono dei momenti nella vita che noi detestiamo tantissimo, quei momenti in cui ti accorgi chi sei veramente, e in quel momento apri un attimo la porta del tuo cuore al Signore e il Signore entra con i carri e i cavalli della sua misericordia dentro il tuo cuore. Ci sono dei passaggi della vita in cui succede questo e in quei momenti sperimenti quanto Dio ti voglia bene. In quei momenti sperimenti che il Signore ha la forza di darti una vita nuova lì dove non speravi più, ha la forza di farti vedere che Lui è un Padre e una tenera Madre, e che nella tua vita c’è la possibilità di qualcosa di nuovo, di una vita nuova. Ti senti amato da Dio e finalmente sei anche tu libero di amare, fino in fondo.

Cari ragazzi, fratelli e sorelle, nella nostra vita noi, quando incontriamo veramente l’amore di Dio, possiamo scegliere di amare, possiamo scegliere di legarci per sempre ad un’altra libertà, possiamo scegliere di consacrare tutta la nostra vita al Signore, possiamo scegliere di dare un po’ del nostro tempo a Dio, possiamo scegliere di amare anche la persona che ci ha offeso, possiamo dire a Dio “sì”, possiamo riconciliarci con la nostra vita, con la nostra storia, con quelle cose che facciamo fatica a guardare, possiamo finalmente riconciliarci con il nostro corpo, con la nostra memoria, con gli altri. Quando sperimenti che Dio ti vuole bene apri questo varco Dio entra e ti dà una vita nuova. Ognuno di noi cerca questa vita nuova, a qualsiasi età … e Dio solo te la può dare, nessun altro.

Tutti noi cerchiamo un amore che non sia coi “però”, ma un amore pieno. E solo Dio ti insegna a viverlo fino in fondo. Il Salmo 103(102) dice: “Benedici il Signore, anima mia, non dimenticare tanti suoi benefici”. Cerca nella tua vita i momenti in cui Dio ti ha voluto bene, i momenti in cui è entrato nel tuo cuore per darti questa vita nuova. Cerca tutte le volte in cui il Signore nella tua vita si è fatto presente con la sua misericordia, col suo amore, che ti ha voluto bene lì in quelle cose a cui tu facevi fatica a guardare. Scegli, allora! Scegli il Signore nella tua vita, spendi la tua libertà per legarti ad un’altra libertà, che è la Sua, che è quella di un’altra persona; scegli di rispondere di “sì” a quello che il Signore vuole dalla tua vita, non dire tanti “però”. Se Dio ha veramente toccato la tua vita, dici di “sì” al Signore e scegli di vivere assieme con Lui. Cari ragazzi, che il Signore vi dia la grazia di poter scegliere quello che Dio vuole dalla vostra vita perché vi siete sentiti amati da Lui fino in fondo, anche nelle vostre miserie.