L’anima nostra magnifica il Signore: IX ANNIVERSARIO della Beatificazione di Madre Speranza

“L’anima mia magnifica il Signore, perché ha guardato la piccolezza della sua serva. D’ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata”. Nella festa della Visitazione, quel 31 maggio 2014, abbiamo cantato le parole di Maria nel Magnificat, e dopo il sigillo della Chiesa, da 9 anni tutto il popolo di Dio può chiamare e venerare come “Beata” la Madre Speranza di Gesù, Fondatrice della nostra Famiglia dell’Amore misericordioso. Benedetta sia la misericordia del Signore, che innalza gli umili, e ha glorificato la sua serva Speranza!

Ben a ragione Papa Francesco, il giorno dopo la Beatificazione, ha detto a tutti in piazza San Pietro: “Facciamo un applauso alla Beata Madre Speranza!”. Meriti davvero un applauso, carissima Madre nostra, tu così schiva del rumore e della gloria mondana. Meriti la lode e la venerazione per ciò che lo Spirito di Dio ha compiuto nella tua vita.

Beata te, Speranza di Gesù, perché sei stata infaticabile Apostola dell’Amore misericordioso del Signore, affinché tutti arrivassero a conoscerlo “non come un Padre offeso per le ingratitudini dei suoi figli, ma come un Padre buono che cerca con tutti i mezzi il modo di aiutare, confortare e far felici i suoi figli”.

Beata te, che, ispirata dal Signore, hai proposto una medicina salutare alla disperazione e spalancato la via sicura della speranza, quando hai detto che “anche l’uomo più perverso, il più miserabile e perfino il più abbandonato è amato con immensa tenerezza da Gesù, che è per lui un Padre e una tenera Madre”, e che “quanto più un uomo è debole, povero e miserabile, tanta maggiore attrazione Gesù sente per lui, cioè, la sua misericordia è più grande, la sua bontà straordinaria”.

Beata te, perché ci hai indicato nel comandamento nuovo “Amatevi gli uni gli altri come io vi ho amato”, l’unica via percorribile per una convivenza pacifica tra le persone, condizione imprescindibile per una civiltà dell’amore, che faccia presente nel mondo il Regno di Dio.

Beata te, perché sei stata buona samaritana di tante persone ferite nel corpo e nello spirito, perché hai asciugato tante lacrime e acceso tanta speranza. Ti sei chinata con amorevole cura sulle piaghe più dolorose dell’umanità. In particolare sei stata madre dei piccoli e dei poveri, nei quali vedevi “i beni più cari del buon Gesù”. Sei stata sorella e madre dei sacerdoti, nei quali vedevi i ministri della misericordia del Signore, loro stessi bisognosi di tanto amore e misericordia. Di loro ti sei presa cura con squisita delicatezza e premura materna, perché venissero aiutati ad essere pastori secondo il cuore misericordioso del Signore.

Beata te, che hai imparato tutto ciò alla scuola del tuo Sposo, contemplando l’Amore Crocifisso, soffrendo e amando con Lui, cercando di piacere a Lui in tutto, accogliendo tutti, fino al punto di far diventare la tua anima “un abisso senza fondo, capace di prendere su di sé e annientare tutte le malvagità dei fratelli… implorando il perdono e la misericordia per i poveri peccatori…”.

Beata te, perché hai creduto con una fede viva, hai sperato con una speranza ferma, appoggiata sulla roccia dell’Amore del Signore, hai amato con amore ardente il buon Gesù e con carità eroica tutti.

Grazie Madre!

P. Aurelio Pérez fam