La storia della gestazione e della nascita dei Figli dell’Amore Misericordioso si potrebbe annoverare tra i migliori thriller scritti nel XX secolo. L’autore di questa storia si è infatti servito di tutta la sua imprevedibile inventiva per giungere alla realizzazione di un progetto grande per la Chiesa, chiedendo poi l’aiuto a dei protagonisti improbabili, a cominciare dal Fondatore, oh pardon Fondatrice.
Questa storia inizia il 28 marzo 1929 già con un piccolo effetto scenico paradossale: nel dialogo con il buon Gesù, Madre Speranza scriveva nel suo Diario:
“Il buon Gesù mi dice che è giunto il momento di scrivere le Costituzioni che più tardi serviranno alla Congregazione dei Figli dell’Amore Misericordioso e molto presto alla Congregazione delle Ancelle dell’Amore Misericordioso; da queste dovrò estrapolare quanto si riferisce al ramo femminile, lasciando da parte quanto più tardi dovranno osservare i Figli dell’Amore Misericordioso”.
Dal racconto si evince un primo paradosso, cioè scrivere prima qualcosa che non servirà per l’immediato, ma per il futuro, e da questo estrapolare ciò che servirà per l’immediato. Continua Madre Speranza:
“Questo mi ha spaventato moltissimo, perché non sapevo né cosa metterci, né tanto meno cosa fare”.
Da quel giorno in poi Madre Speranza si innesta in un lungo cammino che la porterà la notte di Natale del 1930 a fondare le Ancelle dell’Amore Misericordioso, nel 1936 a compiere il suo primo viaggio a Roma dove poi risiederà stabilmente dal 1940 in avanti, e a Collevalenza dal 1951 sino alla morte. E Figli dell’Amore Misericordioso, dove si collocano in questo cammino?
La gestazione e la preparazione per la nascita della Congregazione maschile è stata lunga e travagliata e a tal proposito vorrei ricordare uno dei tanti episodi che ci può aiutare a comprendere quanto sia stato incerto e faticoso questo percorso. Nel gennaio del 1942 la Madre viene colpita da una polmonite e da una peritonite, e si temeva per la sua stessa vita anche perché lei aveva rifiutato di andare in ospedale. La signorina Pilar così raccontava di quel giorno:
“Ha convinto il medico a lasciarla morire in casa, poiché questi le diceva che, umanamente, non c’era più rimedio. Alle 8 di sera è tornato il medico e ha detto che sarebbe stato bene mi preparassi al peggio”.
Il 24 Febbraio finalmente il buon Gesù annuncia alla Madre “che è arrivato il momento di realizzare la fondazione dei Figli del Suo Amore Misericordioso e che il primo di questi sarà il giovane Alfredo di Penta”. Grande sorpresa ed ennesimo imprevisto paradossale per la Madre, oltre alla sua stessa figura in quanto sino ad allora nessuna donna, per giunta suora, aveva mai pensato di fondare un ordine maschile. Il primo membro di questa Congregazione, le disse Gesù, doveva essere Alfredo di Penta, solo Alfredo di Penta e non “padre”, o “Monsignore”, né tantomeno “Sua Eminenza”, ma semplicemente un uomo che mai aveva pensato alla vita religiosa e al sacerdozio; proprio lui, cresciuto in una famiglia benestante e di mestiere aviatore militare.
La storia di P. Alfredo è un vero esempio di come il Signore prepara gli uomini e li dispone ad accogliere i suoi progetti, e sarà proprio con lui che si giungerà al 14 e 15 agosto del 1951.
Scrive la Madre nel suo Diario:
“14 agosto 1951 – Nella cappella della casa generalizia delle Ancelle dell’Amore Misericordioso a Roma, vestono l’abito dei Figli dell’Amore Misericordioso i primi tre: Alfredo Di Penta, don Giovanni Barbagli e Sanzio Marino.
15 agosto 1951 – Questi stessi tre emettono i loro voti, secondo le Costituzioni, nella stessa cappella. Li ha ricevuti sua eccellenza il Vescovo di Todi che il giorno antecedente aveva imposto loro l’abito”.
Ma perché Dio ha voluto che nascesse un’altra Congregazione? Affinché per mezzo di essa si potesse annunciare l’Amore Misericordioso e soprattutto ponendo la loro missione specifica: essere di aiuto ai sacerdoti del clero secolare, fomentando l’unione di questi con i Figli dell’Amore Misericordioso.
Fr. Rosario Marino FAM