FIGLI DELL’AMORE MISERICORDIOSO
“Chiamati a testimoniare l’Amore Misericordioso innanzitutto con la santità della vita”
“Chiamati a testimoniare l’Amore Misericordioso innanzitutto con la santità della vita”
Sacerdoti e Fratelli che annunciano l’Amore Misericordioso dedicandosi ai sacerdoti diocesani. Chiamati a testimoniare l’Amore Misericordioso innanzitutto con la santità della vita, praticano le opere di carità, la principale delle quali è l’unione con il Clero diocesano. I Sacerdoti e le opere di carità in favore dei bisognosi sono strettamente unite come fine unico.
“Porteranno aiuto e sollievo a tante famiglie bisognose e sofferenti, la consolazione ai malattia; in essa gli orfani e i bisognosi troveranno la loro famiglia, i giovani la guida, i deboli il sostegno, i caduti la forza per rialzarsi”.
E’ costituita da quattro “rami” con rispettive forme di testimonianza:
Sono stati fondati a Roma, il 15 agosto 1951.
Sacerdoti e fratelli che annunciano l’Amore Misericordioso dedicandosi ai sacerdoti diocesani. Obbediente alla voce dello Spirito, Madre Speranza da vita il 15 agosto 1951 a Roma alla Congregazione dei Figli dell’Amore Misericordioso (FAM).
Con Padre Alfredo di Penta FAM, che accetta la chiamata del Signore espressa per mezzo di Madre Speranza a diventare il primo Figlio dell’Amore Misericordioso sacerdote, inizia la Congregazione e più specificamente il primo “ramo” dei Religiosi Sacerdoti, il 15 agosto 1951 a Roma.
Lo specifico di questi fratelli, Figli dell’Amore Misericordioso, è la testimonianza della fraternità in Gesù Amore Misericordioso che deve regnare nelle nostre comunità, secondo la parola evangelica: ”E voi siete tutti fratelli” (Mt 23,8).
Questi fratelli sono laureati, diplomati o specializzati che, senza portare alcun segno esterno della propria consacrazione, realizzano la loro missione svolgendo attività prevalentemente esterne alla Congregazione, sempre con l’approvazione dei legittimi superiori.
La Congregazione dei Figli dell’Amore Misericordioso per volontà della Madre e per il conseguimento del proprio carisma e dell’unica missione, accoglie nel proprio interno, con tutti i diritti e i doveri, quei Sacerdoti diocesani che ne fanno richiesta, senza per questo dover lasciare il Presbiterio della Diocesi nel quale sono inseriti e operano.