San Giuseppe
“Giuseppe, figlio di Davide”: così quest’uomo viene chiamato dall’angelo. Il fatto più importante della vita di questo uomo giusto è il suo matrimonio con Maria. La tradizione popolare immagina San Giuseppe in competizione con altri giovani aspiranti alla mano di Maria; la scelta cade su di lui perché, sempre secondo la tradizione, il suo bastone fiorisce prodigiosamente, mentre quelli degli altri rimangono secchi. La simpatica leggenda ha un significato mistico: dal tronco ormai secco dell’Antico Testamento è rifiorita la grazia al calore del nuovo sole della redenzione.
Il matrimonio di Giuseppe con Maria fu un vero matrimonio, anche se verginale. Poco dopo il fidanzamento, Giuseppe si accorse della maternità di Maria e, non dubitando della sua onestà, pensò di “ripudiarla in segreto”. Aggiunge il Vangelo che, essendo “giusto” – questo aggettivo usato in quella drammatica situazione è come un lampo che illumina tutta la figura del santo -, non volle avere sospetti, ma neppure avvallare con la sua presenza un fatto inspiegabile. La parola dell’angelo chiarifica il dilemma angustioso. Egli prese con sé la sua sposa, con lei si recò a Betlemme per il censimento e lì il Verbo stesso venne in questo mondo, accolto dagli umili pastori e dai sapienti e ricchi magi. L’ostilità di Erode, però, obbligò la Sacra Famiglia a fuggire in Egitto. Successivamente tornarono alla tranquillità di Nazareth, fino al compimento dei dodici anni, quando si verificarono la perdita e il ritrovamento di Gesù nel tempio.
Dopo questo avvenimento, sembra che il Vangelo si accomiati da San Giuseppe con una suggestiva immagine della Sacra Famiglia: Gesù obbediva a Maria e a Giuseppe e cresceva “in sapienza, età e grazia” (Lc 2,52). San Giuseppe visse in umiltà lo straordinario privilegio di essere il padre putativo di Gesù e probabilmente morì prima che iniziasse la vita pubblica del Redentore.
La sua immagine è rimasta in ombra anche dopo la morte. Il suo culto, in effetti, cominciò solo durante il IX secolo. Nel 1621 Gregorio V dichiarò festa di precetto il 19 marzo (celebrazione che è rimasta fino alla riforma liturgica del Vaticano II) e Pio IX proclamò San Giuseppe Patrono della Chiesa universale. Giovanni XXIII gli ha tributato l’ultimo omaggio introducendo il suo nome nel canone della Messa.