La ricerca vocazionale

In piena gioventù va maturando il desiderio di dedicare tutta la vita al suo buon Gesù e alla gente povera e bisognosa che lei ben conosce. Ansiosa di scoprire la volontà di Dio su di lei, si reca nei luoghi della sofferenza umana, ma il discernimento non è facile. Le sarebbe piaciuto assistere i malati, ma in un ospedale meravigliandosi del poco interesse dimostrato davanti ad un moribondo da una religiosa che l’accompagnava, questa le disse: “Tranquilla, presto anche il tuo cuore diventerà indifferente”. Ma la giovane Josepha replicò: “Prima che s’indurisca il mio cuore, preferisco andar via”. E così fece.

All’età di ventun anni decide di realizzare il sogno della sua vita: consacrarsi a Dio attraverso la vita religiosa. Il 15 ottobre 1914, festa di S. Teresa d’Avila, grande santa spagnola, partì di casa.

Entra a Villena (Alicante) nell’ultimo e povero convento delle Figlie del Calvario, ormai in via di estinzione. Qui riceve il nome di Speranza al momento della professione religiosa. Le Figlie del Calvario, poco tempo dopo, si aggregano all’Istituto delle Missionarie Claretiane, dedite carismaticamente all’insegnamento. Anche la nostra Speranza entra a far parte di questo Istituto, nel quale professa la sua consacrazione perpetua.

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