AMATI PER AMARE: sulla soglie delle case di Maria

È così confortante pensare che Dio ti sfiora non solo nelle chiese o nelle sinagoghe, ma nella vita comune, ti sfiora nei giorni della festa come nelle notti di burrasca. La fede apre nel quotidiano lo spazio del mistero, nella casa apre lo spazio del cielo. La fede ti porta a interessarti a tutto l’uomo, alla sua fame e alla sua gioia. Ti conduce a conoscere perfettamente la geografia dell’anima umana e delle aspirazioni e delle cadute. Così accade in Maria: in lei, nel suo corpo, la linea dell’invisibile e la linea del visibile nella Storia della salvezza si incontrano. La sua casa è carica di cielo.
Le case di Maria. Le mie case. Questo il tema che ha accompagnato 6 giovani ragazzi provenienti da Roma-Spinaceto, Mantova e Collevalenza per una tre-giorni al Santuario dell’Amore Misericordioso, partecipando di una iniziativa promossa dalla Pastorale giovanile-vocazionale della Famiglia Religiosa dell’Amore Misericordioso.
La casa in ebraico si dice bet, la seconda lettera dell’alfabeto: per la sua forma e per la sua funzione é il simbolo stesso dell’accoglienza. Le case di Maria sono state case di accoglienza, di dubbi, di paura, di incertezza, di ascolto, di decisione, … case non poi così differenti da quelle che abitiamo quotidianamente anche noi e nelle quali la nostra ordinarietà è invitata a scorgere e accogliere il mistero di un Dio che ha deciso, per amore, di non abitare un tempio ma un tempo: la mia vita, la mia storia, le mie fragilità, il mio desiderio ardente di poter vivere e seguire Lui, Gesù Amore Misericordioso.
Ai giovani, desiderosi di gioia vera, l’augurio di non smettere mai di cercare la felicità, un bene e un dono troppo grande per non essere desiderato!