Ultimamente ho imparato che la maturità di una persona si può valutare, misurare con un termometro speciale: il termometro delle relazioni. Nel rapporto con gli altri: quanto amore c’è, quanto effettivamente viene fatto passare da questa persona, consapevolmente?

Madre Speranza e l’Amore: Speranza e Gesù.

Madre Speranza è stata una donna che con gli altri ha vissuto l’Amore. Lo faceva passare nel trattare con tutti: bambini, giovani, anziani, malati, sacerdoti.

Tutti avevano la certezza di essere speciali per Madre Speranza. Di essere amati in modo speciale, come “figli unici”, prediletti. Il suo amore non era perfetto, era umano. Ma lei aveva il suo Architetto in Amore: Gesù.

L’Amore di Madre Speranza voleva essere come quello di Gesù, era modellato sull’Amore di Cristo, che è eterno, giusto, liberante e fedele (queste caratteristiche dell’Amore sono tratte da un’omelia di P. Francesco Piloni OFM). E soprattutto, l’Amore è misericordioso. Perché è l’unico Amore che permette di non essere amato a sua volta.

L’esperienza di Madre Speranza è stata quella di un contatto prolungato, amichevole, cordiale – cuore a cuore – e appassionato con la Misericordia di Gesù. Molto più di un contatto superficiale, la sua è stata una vera e propria storia d’amore. E dato che per Lei l’oggetto supremo del suo Amore era Gesù, l’amore ha un nome proprio: Gesù.

La grande intimità e nello stesso tempo il profondo senso di adorazione e di rispetto che aveva per Gesù le faceva esclamare molte volte al giorno: Gesù mio! Mio Signore e mio Dio! Mio tutto … Tu solo mi basti … Quando parla di Lui, usa sempre l’espressione: il buon Gesù. Dove per buono, possiamo leggere anche bello! Gesù, nell’esperienza di Madre Speranza, era bellissimo!

Madre Speranza ha sempre incontrato lo sguardo innamorato di Gesù, tante e tante volte. Noi non abbiamo questo privilegio, che in realtà comportava la comunicazione da parte di Gesù delle più grandi sofferenze.

Il trono dell’Amore Misericordioso è la croce, per questo la Madre molte volte ha vissuto questa esperienza: quella di troneggiare con Cristo, soffrendo la sua agonia, perdendo sangue, sopportando ingiurie e tradimenti dalle persone che amava di più, da chi avrebbe dovuto e potuto garantirle il suo appoggio e la sua amicizia. Ma la Madre molto presto nella vita ha imparato a fissare il suo sguardo sul Volto dell’Amore. E a continuato a farlo in tutte le fasi della sua esistenza: da ragazza, quando questo Volto è stato inopportunamente coperto da una Suora infermiera con la quale la Madre stava facendo il suo tirocinio … la Madre decise di non rimanere in quella Congregazione e di andare via prima che le si facesse il cuore duro; da suora, quando per invidia, è stata isolata sei mesi dalla comunità e costretta alla prigionia … e proprio fissando lo sguardo sul Crocifisso ha imparato ad amare, vincendo la tentazione di difendersi dalle accuse false che avevano mosso contro di lei; da anziana, quando spesso veniva sorpresa con uno sguardo già celeste, di Paradiso. La Madre, se avesse potuto riempire la sua camera da letto di volti, avrebbe scelto quello di Gesù. Magari quello grave, e tanto maestoso che le aveva dipinto Gabriella Serra e che rappresenta Gesù nell’orto degli ulivi e che tuttora si trova nella sua stanza.

“Il tuo volto Signore io cerco,
Signore mostrami il tuo volto”.
come hai fatto con la tua amata, beata serva,
Madre Speranza di Gesù.
Per sua intercessione,
aiutaci a fissare questo sguardo innamorato,
a dissetare questa bocca riarsa,
perché il nome del tuo Amore Misericordioso
riceva anche da noi,
tuoi figli più piccoli, la sua gloria!