L’ULTIMO GIORNO DI SETTEMBRE- 128° anno dalla nascita della Beata Speranza di Gesù

Stamattina, in questo ultimo giorno di settembre, mentre aspettavo l’autobus per andare in università, non potevo fare a meno di guardare gli alberi che mi stavano di fronte. Mentre li guardavo mi sono accorto che iniziavano a perdere le foglie e si preparano ad affrontare l’inverno, entrando come in un letargo che assume più il sapore di una morte apparente che il gusto frizzante della vita. Mentre continuavo ad osservali non potevo fare a meno che pensare alla gioia che questo giorno rappresenta per noi Figli, Ancelle e Laici della Famiglia dell’Amore Misericordioso: Madre Speranza nacque proprio in questo stesso giorno (30 Settembre) del 1893, 128 anni fa. Preso dai miei pensieri, non ho potuto fare a meno di paragonare la sua vita con il mistero della natura sul quale i miei occhi e la mia mente si erano soffermati, quasi come se fossi stato ipnotizzato. Il mio pensiero correva veloce e accostava l’autunno alla prima parte della sua vita, ovvero fino alla fondazione della Congregazione delle Ancelle. Pensavo al periodo della sua infanzia e giovinezza, età nella quale la Madre avrebbe conosciuto nel suo intimo una sensibilità nelle cose del Signore con l’incredibile vicenda della prima comunione “rubata” agli otto anni o il misterioso incontro con Santa Teresa di Gesù Bambino col suo messaggio criptico nel continuare la sua stessa missione e diffondere in tutto il mondo la devozione all’Amore Misericordioso del Signore.

Il mio pensare mi ha portato ad accennare anche a qualche sorriso, nel momento in cui mi si sono riaffiorati alcuni episodi curiosi e simpatici raccontatimi su Madre Speranza, come quando mise il fratellino in un tronco pieno di formiche o quando versò la minestra nella scarpa per non mangiarla perché proprio non le piaceva. Di questo primo periodo fanno parte il suo ingresso nelle Figlie del Calvario e il lungo periodo che trascorse con le religiose di Maria Immacolata, probabilmente uno dei più difficili e travagliati momenti della sua vita. Forse il Signore la stava preparando per affrontare il lungo inverno che da lì a poco si sarebbe presentato, rigido, duro ma affrontato con la fermezza che acquisiva dalla relazione intima con il “buen Jesus”, come lei lo chiamava. Egli le avrebbe dato la possibilità di avere un boost di novità tale che da quell’albero potessero nascere tanti frutti, persone che attraverso la loro storia ci hanno raccontato e ci continueranno a raccontare di quel Padre che non è “offeso per le ingratitudini dei suoi figli, ma è un Padre pieno di bontà che cerca con tutti i mezzi di confortare, aiutare e rendere felici i propri figli, e che li segue e li cerca con amore instancabile, come se Lui non potesse essere felice senza di loro”.

Ecco, in quel momento arriva il mio autobus, mi accingo a salire e a prendere posto. Non posso fare  a meno di dire il mio grazie alla Beata Speranza di Gesù, per il grande messaggio della quale si è fatta discepola, messaggio che Dio ha voluto donarci attraverso la sua persona. Lei, tale carisma, non  solo lo ha incarnato ed annunciato, ma ha saputo renderlo accessibile a tutti coloro che, in un modo o in un altro, si imbattono nella sua storia o nelle opere da lei realizzate, di cui il Santuario rappresenta la perla preziosa da cui tutto può ricominciare, come la primavera dopo un lungo  inverno.

fr. Rosario Marino FAM

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