31 Maggio 2014: IL GRANDE GIORNO

Madre ricordati di me”

Beatificazione M.Speranza di Gesù
31 Maggio 2014

Amici miei,

Spesso mi sento come Doris del film Alla ricerca di Nemo. Non ho memoria.

Per ricordare qualcosa di quel 31 maggio di sette anni fa, sfoglio nervosamente la mia agenda di allora.

Leggo nomi, numeri di telefono, indirizzi e-mail; note di incontri, segni concreti di un anno ricco di impegno, secondo passo importante del processo di canonizzazione, nel quale Papa Francesco proclama “beata” Madre Speranza di Gesù.

La mia prima ricerca non mi ha soddisfatto. Apro allora il mio Diario personale e leggo una sola frase, scritta il 26 maggio: “Si avvicina il grande giorno”.

Perché? Tutto troppo intenso per essere raccontato?

Non mi resta che superare la mia reticenza e chiudere gli occhi. Che cosa vedo?

Il sole dietro le nubi, nonostante il 31 maggio fosse una giornata piovosa.

I giovani, sulle scalinate del Santuario, una ola di colori pronta a rompere le fila e far piovere la gioia!

I volontari, gentili, attenti e capaci di guidare le persone nei settori predisposti.

Le autorità e le forze dell’ordine che danno un’aria così solenne a questo giorno di festa.

I ministri, diaconi, sacerdoti, vescovi ed infine il Cardinale… che con passo anche troppo celere raggiungono il palco predisposto per la celebrazione mentre il coro e l’assemblea cantano: Venite, audite … Venite, ascoltate… quanto ha fatto il Signore per l’anima mia.

Vedo ancora i superiori generali della nostra Famiglia religiosa che salutano i presenti.

Le consorelle e confratelli, che da una parte o dall’altra della piazza, o magari lontani, sono commossi e grati.

I pellegrini, tutti figli della Madre, devotamente riempiono la piazza. Il Signore li convoca, ma è Lei che li accoglie ancora una volta. Che li accoglie sempre.

Ma soprattutto vedo e ricordo gli occhi di Madre Speranza, quando, con sincronia perfetta, viene tolto il velo che li nasconde e tutta la piazza prorompe in un applauso lungo e caloroso.

Audite… così recita l’antifona di ingresso e questo invito mi porta a spostare la mia attenzione sull’udito. Che cosa sento?

Le campane a festa, di cui anche il Cardinale fa memoria!

Il Coro Marietta Alboni, che anima con tanta grazia e puntualità la celebrazione, ma anche l’assemblea, una parte della quale formata da numerosi cori della nostra Diocesi di Orvieto-Todi. Purtroppo la pioggia ha inzuppato il microfono che doveva amplificare la voce del popolo… Un silenzio che mi fa soffrire, ma che certamente non toglie nulla, anzi aggiunge umiltà all’impegno generoso di tutti i coristi.

Ascolto la Parola, che il 31 maggio parla di Maria, della sua Visitazione ad Elisabetta, e riconosco facilmente la melodia della vita santa della Madre:  Siate lieti nella speranza, forti nella tribolazione, perseveranti nella preghiera, solleciti per le necessità dei fratelli, premurosi nell’ospitalità.

La mia stessa voce, poi, avvolge la gente come un abbraccio, mentre canto le parole di Isaia, Mia forza e mio canto è il Signore, sulle note dell’organo del Santuario! Un’emozione indescrivibile!

Sento la voce autorevole del Cardinale Angelo Amato mentre dice, quasi fosse uno di casa, uno di noi: Madre Speranza contagiava di speranza… Era protagonista di una carità gratuita come quella dell’amore misericordioso di Dio, che ama con immensa tenerezza anche l’uomo più perverso.

Odori, sapori sono più indistinti, a parte quelli del buon pranzo che segue la celebrazione e che rinfranca i corpi, mentre il sole accarezza migliaia di sorrisi!

Quando la memoria funziona, sappiamo chi siamo, ma per sapere chi siamo chiamati ad essere, abbiamo bisogno di immaginazione. E questa si nutre di… immagini, per l’appunto!

Quindi, vi saluto con l’immagine della Beata Speranza di Gesù!

La sua immagine, come vorrei che facesse il giro del mondo!

Quando ho parlato di Lei ai bambini filippini storpiando la loro lingua e facendomi aiutare per essere compresa, avevo nel cuore lo stesso desiderio ed una certa impazienza!

Che cosa possiamo fare perché il grande giorno da ricordare ci proietti in un grande futuro da costruire? Che cosa fare perché tutti conoscano Madre Speranza? O meglio, perché tutti conoscano Dio come Lei lo ha conosciuto?

Personalmente, provo a vivere come Lei, provo ad amare con tenerezza.

E quando non ci riesco, le parlo e dico semplicemente: Madre, ricordati di me!

Ma voi, cari amici, magari avete idee migliori, perché allora non ce le raccontate?

Grazie e… buona festa a tutti!

Sr. Erika di Gesù Bellucci, E.A.M.