Se lo stare di Gesù sulla croce è il suo voler accettare di prendere su di sé le miserie umane, invocando misericordia, comprendiamo come questo può essere compiuto solo per amore. Tutto il Nuovo Testamento chiarisce la concezione salvifica del sacrificio di Cristo. Questo diviene un riscatto dal peccato in virtù della sua obbedienza e del suo amore per il Padre e rende l’opera della redenzione un’opera di amore; nel Vangelo secondo Giovanni si evince il legame tra amore di Dio (agàpe) e la morte di Cristo tant’è che l’opera della riconciliazione si compie per iniziativa di Dio nel “sangue” della croce di Gesù (cfr. Col 1,20) e ciò riguarda tutta la creazione; il sacrificio della nuova alleanza trova una sua definizione e completezza nel sangue, elemento significativo che rende manifesto l’amore smisurato di Colui che ha recato a noi la salvezza.

Gesù è il protagonista dell’unica storia che narra l’amore di Dio che s’incarna nelle nostre strade per incrociare i nostri passi. Questo amore incarnato fatto di bontà e misericordia è l’unico capace di riconquistare l’uomo.

Amore: è proprio questo il significato di quella parola – charitas – incisa, oseremmo dire, nel cuore dipinto sul petto di Gesù. L’amore è l’essere di Dio, è la sua sostanza, “Dio è amore” (cfr. 1Gv 4,8.16). La fonte dell’amore si rivela in Cristo Gesù Amore crocifisso, nel suo farsi evento nella storia degli uomini: “Da questo abbiamo conosciuto l’amore: egli ha dato la vita per noi” (1Gv 3,16). La croce è lo spettacolo da contemplare per conoscere e convertirsi all’amore. Madre Speranza stessa scrisse che ponendo il suo sguardo fisso al Crocifisso, lì imparò ad amare.

Sulla croce quell’amore si rivela come Amore trinitario:

  • il Padre si offre come amore dal quale il Figlio prende ispirazione, si offre come amore gratuito, non motivato (infatti è un amore che non si aspetta nulla) e immeritato per gli uomini;
  • il Figlio si manifesta come amore accogliente, come amore obbediente fin dall’incarnazione (evento che esprime la libertà di Gesù non sono di prendere forma umana ma addirittura di abbracciare la morte);
  • lo Spirito che si offre quale comunione di amore nelle Persone della Trinità.

Ma quindi, cos’è l’amore?

L’amore è un sentimento che purtroppo sta scomparendo dalla nostra realtà. L’amore, quello vero, è personale e grato, è un riconoscere realtà alle quali non si è mai in grado di ricambiare. L’amore è una vicinanza, un’intimità, un prediligersi in modo costante e abituale, con una considerazione positiva l’uno per l’altro; è uno scambio reciproco in cui due persone sono legate da una comunione spirituale. Vi è gioia e pace in tale comunione, dove tutto si fonde in una bellezza insuperabile.

Questo è l’amore col quale Gesù ci ha amati e continua ad amarci. È questo l’amore che siamo chiamati a coltivare tra noi. L’amore tutto copre cioè accoglie sotto il proprio tetto tutto l’altro così com’è, tutto crede cioè dà sempre fiducia, tutto spera anche l’impossibile e tutto sopporta cioè porta il peso di tutto (cfr. 1Cor 13). L’amore sa farsi carico di tutto, quindi è forte, perché sa farsi carico anche di ogni male, vincendolo.

Madre Speranza certa di questa enorme verità affermò: “Se qualcuno ha avuto la disgrazia di offendere Gesù, non esiti un istante, corra da Lui per chiedergli perdono perché egli l’accolga come Padre buono poiché Egli l’attende con grande trepidazione e tenerezza. Allora vedrete come l’Amore Misericordioso vi stringerà a sé con l’infinita dolcezza del suo cuore e vi meraviglierete di costatare che Egli stesso vi ha attirato a sé proprio quando lo credevate adirato e pronto, con la spada in mano, a vendicarsi delle offese ricevute […]. Fa’, Gesù mio, che il mio cuore e il mio pensiero siano sempre fissi in Te e per salvarmi non guardare, Gesù mio, agli scarsi meriti delle mie buone opere; mi salvino, Padre mio, il Tuo Amore e la Tua Misericordia” (Beata Speranza di Gesù; El pan 18, 25/03/1940).